Perchè gli Esercizi spirituali?
Noi abbiamo bisogno di riaccostarci alla fonte che dà vita e disseta il cuore. Abbiamo ascoltato la parola di Dio dove diceva: “Venite a me voi assetati, venite all’acqua voi che avete sete!” Questa è la condizione per entrare nel clima di un cammino spirituale: avere sete! Soltanto chi ha sete capisce che cos’è l’acqua. Soltanto chi è sordo e ha patito la sordità capisce che cosa è l’ascolto di una parola. Normalmente viviamo ascoltando la parola di Dio come dei sordi che non sentono che questa Parola entra dentro di loro e li taglia a metà e fa sentire la pienezza di quella voce. Immaginate di avere una persona carissima che per anni e anni non avete più sentito e che vi chiama al telefono e dice: “Non mi riconosci?” Eppure quel tono di voce vi dice qualcosa, e allora gli chiedete di ripetere e intanto quel tono di voce vi richiama una storia, e allora è gioia entrare in conversazione con lei.
Noi, con la parola di Dio siamo così, un po’ smemorati e quindi abbiamo bisogno di ascoltarla tante volte, di lasciarci in qualche modo toccare affinché ci diventi famigliare. Impariamo un poco alla volta a capirla. Per questo normalmente, quando si parla di Esercizi, si cerca di stare in silenzio e anche se andate a casa cercate di vivere un po’ di silenzio interiore, se incontrate qualcuno date il buon giorno traendolo fuori dal silenzio interiore.
Uno dei problemi più gravi della società: si è fatto assuefazione alle parole, per cui non hanno più la loro forza nativa. Siccome sono figlio di contadini, ho in mente quando i campi, in questo periodo, vengono arati. La Parola è come l’aratro che rovescia i tuoi pensieri, perché essi hanno bisogno di essere rivoltati come il terreno. Se non rivolti essa diventa aridi, deve prendere ossigeno, essere messa a contatto con altre buone sostanze se no non è più feconda.
Accogliere l’invito agli Esercizi, ascoltare la parola di Dio, lasciarci toccare da questa Parola, vuol dire fare questo lavoro. Ma questo lavoro lo potete fare soltanto voi e non altri. Io posso soltanto darvi l’input, posso cercare di suggerire delle parole, ma se esse non entrano dentro è come se si rimanesse ancora in quel terreno calpestato, calpestato, che quando piove scivola via.
Ciascuno di noi è il terreno. Io stesso, prima di parlare, ho bisogno di andare a pescare dentro di me la verità delle cose, ascoltando la parola che mi fa nuovo.