L’estremo grazie alla cara suor Ausilia Blatto
Suor Ausilia è tornata alla casa del Padre alla bella età di 96 anni, di cui 70 di vita consacrata. Proveniva da Castelrosso, da una famiglia ricca di profonda vita cristiana. Venne a farsi suora con 26 anni, lasciando a casa tre fratelli e una sorella con la mamma Maria e il papà Domenico. Possedevano tanta campagna, e oltre ai cereali coltivavano anche la canapa di cui lei sapeva tessere i fili e con cui si preparò un bel corredo per venire a farsi suora. Visse l’adolescenza nel periodo della Seconda guerra mondiale. Sovente raccontava episodi difficili e dolorosi che si erano verificati sul territorio di Chivasso. Aveva però un bel ricordo della vita parrocchiale a cui partecipava e della formazione ricevuta dal suo Parroco don Caserio.
Suor Ausilia trascorse la sua vita religiosa quasi totalmente in Casa Madre. Era una suora laboriosa, discreta e generosa. Amava la vita delle Sorelle e si prestava per tutto. Si occupava dell’accoglienza e dei lavori inerenti all’ordine della casa; lavava, stendeva e stirava la biancheria delle Suore con cura e precisione. La stiratura era il suo carisma, svolto fino alla fine. Gli ospiti venivano trattati con molto riguardo, particolare attenzione dedicava ai sacerdoti.
Suor Ausilia era intelligente, leggeva il giornale tutti i giorni e seguiva le notizie con assiduità al telegiornale della sera. Al tempo del “Collegino” serviva il pranzo ai bambini con molto amore e ancora oggi alcuni di essi la ricordano volentieri. Non amava farsi notare, ma era attenta a tutto. Attendeva la bella stagione per andare in montagna a Bisous in Val d’Ayas per preparare l’accoglienza delle ragazzine e per trascorrere momenti di serenità e riposo con le Suore che si alternavano tra un turno e l’altro. La sua umiltà e semplicità, fusa con saggezza nel servizio e nella disponibilità la rendevano cara e preziosa a tutti. Le sue occupazioni ben distribuite lungo la giornata non le impedivano di partecipare alla vita della famiglia religiosa, e tanto meno alla preghiera a cui era sempre presente e puntuale. Aveva una speciale predilezione per San Giuseppe a cui piaceva mettere i fiori piccoli, e sul divano accanto alla statua, negli ultimi anni, a volte andava a riposarsi un poco recitando il rosario. Curava, in cortile, la statua della Madonna, cui non dovevano mancare i fiori né il lumino della sera, per ricordare le persone malate o in difficoltà.
Non era un colosso di salute, ma stava bene; la sofferenza l’ha colta all’improvviso e dopo 17 giorni di ospedale, ci ha lasciate per andare incontro allo Sposo Celeste, a cui ha dedicato la sua lunga esistenza.
Grazie suor Ausilia, per quello che sei stata per tutti noi. Gesù ti regali un bel Paradiso con i tuoi cari e le tante Sorelle che hai conosciuto e amato. Continua a volerci bene silenziosamente, come sapevi fare tu.
suor Stefanina
Mi pare ancora di vederla in lontananza, fuori dalla panetteria, con un sacco di pane più grande di lei. Mia figlia che, andando all’asilo, la vede e le corre incontro con le braccia spalancate gridando: “Suor Ausilia!”. E’ nata così una grande amicizia tra una piccola suora gentile e una bimba che piano piano è diventata adulta. Un’amicizia durata più di vent’anni. Un piccolo “angelo custode” che ha accompagnato mia figlia, con la preghiera e il sorriso, attraverso tutte le tappe importanti della sua vita.
Siamo così grate al Signore di averla messa sulla nostra strada. Siamo certe che ora è felice in paradiso e che continuerà a vegliare sulle sue sorelle, la sua famiglia e sulla sua piccola amica.
Chiara Saroglia
“La carità è paziente, è benigna, non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si compiace della verità… La carità non avrà mai fine” (1 Corinti 13,4-8)
Nell’inno alla carità di San Paolo è ben inserita la vita umana e religiosa di Suor Letizia.
Nel suo relazionarsi con le persone, lo sguardo andava oltre a ciò che vedeva in ogni ambiente e in ogni attività affidatale.
Suor Letizia non ha mai voluto essere più di quello che era. Sempre disponibile a quello che la volontà di Dio le chiedeva attraverso la fraternità e l’autorità religiosa.
L’abbiamo vista passare nelle scuole materne da Torino alla Campania e dalla Campania alla Svizzera tra i nostri migranti, dove prima dell’alba le suore andavano nelle varie borgate per accogliere e accompagnare i bambini nell’asilo della missione italiana. Le giornate scolastiche cominciavano con la colazione e terminavano al tramonto.
Dalla Svizzera al Brasile nella missione della diocesi di Ivrea, tra i poveri più poveri della Bahia attraversata dal Rio San Francisco. Insieme alle consorelle e ai sacerdoti missionari, Suor Letizia, per un breve periodo, ha donato con gioia le sue energie.
Raccontava con piacere simpatici aneddoti da lei vissuti come quello di aver trovato più volte, nella sua cameretta, i rospi pronti a gracchiarle la ninna nanna. Sapeva accogliere il lato positivo di ogni esperienza.
Le Consorelle che la sostituivano nelle attività delle varie case percepivano il ricordo da lei lasciato non solo tra i bambini ma anche tra le famiglie come testimonianza del bene ricevuto.
Giovanissima ha scelto di vivere la vita religiosa con entusiasmo, desiderosa di compiere tanto bene per gli altri. Era una persona dotata di una bella voce, con la musica e il canto rallegrava la vita dei bambini. Alla Borgnana Picco di Torino i concerti vocali accompagnati da Anita al pianoforte, erano assicurati e mettevano nel cuore dei bambini la firma di Dio e del suo amore per il mondo.
La sua comunità religiosa le è riconoscente per tutto il bene che ha compiuto ed è certa della sua felicità con Dio.
Suor Nazarena e Consorelle
Montanaro piange la carissima Suor Letizia
In tanti, venerdì sera 22 settembre 2023, hanno voluto partecipare al Rosario e sabato mattina alle esequie, per testimoniare il loro affetto a suor Letizia (al secolo Natalina Porco), tornata alla Casa del Padre all’età di 81 anni, e la vicinanza alle consorelle della congregazione delle Figlie di Carità della Santissima Annunziata, in primis suor Alessandra (che di suor Letizia era sorella in senso stretto).
Nel corso della Messa è stato ricordato come la risposta generosa alla chiamata del Signore per suor Letizia si sia concretizzata, in particolare, nel servizio ai più piccoli delle scuole materne che la congregazione ha gestito, nel corso degli anni a Montanaro, a Conza della Campania, in Svizzera e al Pilonetto a Torino; senza scordare l’anno trascorso in missione, a Santa Rita in Brasile. Alcune brevi parole, pronunciate da Maria Teresa Massa durante la funzione, ben tratteggiano la figura di suor Letizia.
Carissima suor Letizia
A nome della comunità del borgo Pilonetto di Torino sono qui per ringraziarti di avere svolto, per tanti anni, il tuo servizio presso la nostra scuola dell’infanzia “Borgnana Picco”.
Saremo sempre in debito con te, perché niente e nessuno potrà mai ripagare tutto l’amore che hai riversato, nei modi più svariati, su di noi.
Dal semplice sorriso che traspariva sempre dal tuo volto e donava, in chi lo riceveva, tanta serenità; al fervore caritativo che ti spingeva a soccorrere i più bisognosi; alla profonda dedizione e cura che dedicavi ai bimbi che ti venivano affidati; all’allegria e alla felicità che scaturivano dalla tua persona e contagiavano chi ti era accanto; alla semplicità ed umiltà con le quali ti ponevi nei rapporti interpersonali.
Ad ogni bimbo hai insegnato a voler bene a Gesù, con la preghiera e le buone opere, infondendo con la tua dolcezza la fiducia nel prossimo, così hai aiutato molte famiglie a crescere i loro figli nella fede in Cristo.
Solo Dio saprà ricompensarti come meriti per tutto il bene che hai compiuto.
Lasci un grande vuoto tra di noi, ma la tua presenza continuerà a restarci accanto e a vivere nei nostri ricordi più belli.
Dal cielo prega per noi.
Maria Teresa Massa
A RICORDO DI SUOR IMELDA (Lidia Prono) della Congregazione Figlie di Carità dell’Annunziata – Montanaro (TO) tornata alla Casa del Padre il 27 novembre scorso all’età di 96 anni.
Rammento bene quando, cinquant’anni fa ti ho incontrata a Torino nella scuola dell’Infanzia Suor Tarcisia Ponchia, allora le suore erano otto e coprivano le necessità dell’istituzione in modo completo. La tua presenza era importante quanto la tua statura che sovrastava su tutta la comunità educante tanto che, quando prendevi in braccio qualche piccolo allievo che necessitava di un’attenzione particolare, vuoi per il distacco dalla mamma o perché il lungo corridoio non ricordava le pareti domestiche, noi bonariamente ti chiamavamo “nostra Signora” pensando alle proporzioni simili alla statua che stava nella chiesa parrocchiale di Nostra Signora del SS. Sacramento, appena edificata. Forte e generosa sceglievi d’istinto le parti più pesanti del servizio e noi tutte apprezzavamo la tua disponibilità sia nella scuola come nella pastorale parrocchiale.
Dopo qualche anno, sei passata in varie case della congregazione (Torino, Murisengo, San Bernardo d’Ivrea, Frassinetto, Schinznach Bad-Svizzera, Occhieppo Superiore, Fiario, Torrazza, Cortanze, Rueglio) fino a quando la malattia non ti ha fermato, prima in carrozzella e poi a letto per oltre vent’anni.
Avevi per la tua famiglia d’origine un forte legame e, in ogni occasione d’incontro, ti informavi della salute di tutti, del loro lavoro ma anche ricordavi loro l’importanza della vita cristiana.
In questi lunghi anni, la tua presenza e la tua preghiera sono state di prezioso sostegno alle fatiche delle tue consorelle. Ci accoglievi sempre sorridente e sentivamo che facevi parte attiva della nostra comunità, nonostante i limiti imposti dalle tue condizioni di salute. Hai dimostrato tenerissima riconoscenza per l’assistenza, dispiaciuta soltanto di disturbare per la malattia che sembrava interminabile.
Hai atteso per lunghi anni la venuta del Signore e Lui ti ha chiamata proprio nella 1a domenica di Avvento, tempo di attesa del Natale. Tu, giovanissima, lo avevi già incontrato e nella tua lunga vita religiosa l’hai seguito e testimoniato, con la capacità di vegliare nell’attesa dell’ultimo incontro.
Mi piace pensarti tra le vergini prudenti che, con la lampada accesa, (Mt 25,1-13) attendono il loro Signore. Tutta la tua comunità ti augura felice eternità.
Suor Nazarena
A Dio, Suor Costantina, amica e sostegno di tanti anziani
MONTANARO – In memoria di Suor Costantina Zanda – mancata due settimane fa all’età di 89 anni, 62 dei quali trascorsi da religiosa nella Congregazione Figlie di Carità di Montanaro.
Nella nostra vita c’è sempre un primo e un dopo. Quando una persona decide di donare la sua vita al Signore, “dopo” il Signore la invia ai fratelli come testimone del Suo Amore per i suoi figli. Così una vita donata si trasforma in preghiera e servizio ai fratelli che camminano con noi. E dove Suor Costantina ha espresso l’amore per Dio ed il suo prossimo? Tre case di riposo (Vico, Rueglio e Frassinetto) nelle valli del Canavese. La montagna, si sa, vede diradarsi la presenza delle famiglie giovani: Ivrea, Torino e altre città più lontane offrono altro lavoro con benessere assicurato. Gli anziani, finché possono, rimangono a custodire vivi i ricordi e a mantenere aperta la casa… E poi? Ecco che la Chiesa, madre per tutti, si fa pioniera nel preparare persone ed edifici per quest’arco della vita così bisognoso di umanità, fraternità e sensibilità; sorgono le case di riposo parrocchiali (non mere “residenze” o strutture “RSA”) all’insegna di amorevole accoglienza: “venite a riposare voi che avete lavorato e donato tanto e senza riserva alcuna, perché ora vi saremo vicine noi”. Quanti sorrisi e carezze ha donato Suor Costantina, quante lacrime asciugate e quanti dolori condivisi per giorni, mesi e anni agli ospiti di queste Case in cui è stata presente per circa cinquant’anni! Certo era condivisione con i responsabili (vedi i parroci che aprivano le case), ma era indispensabile e costante anche la figura rassicurante della suora infermiera, che sensibile ed efficiente, confortava ed assicurava l’assistenza e l’affetto.
L’ultimo “dopo” per Suor Costantina, è stato anche il ritorno in Casa Madre, dove ha ricevuto le cure e l’assistenza che la fraternità sa offrire. Le sue mani ancora capaci e laboriose hanno prodotto quelle deliziose opere femminili che un tempo tutte le nonne producevano: golfini, sciarpe e centrini. Le sue ferie? Al Santuario di Lourdes per un condensato di preghiere. La gioia di partecipare ai pellegrinaggi mariani diocesani l’hanno preparata all’incontro con il Signore.
Il 22 settembre 2022 scorso, forte nella fede con i sacramenti richiesti e ricevuti, ha chiuso gli occhi alla vita terrena, e ora ci piace pensare che ad attenderla ci sia stata una folta schiera di nonni e nonne che aveva accompagnato per l’ultimo viaggio, e che le siano venuti incontro per portarla nella luce di Dio. La vera certezza per noi è la parola di Gesù che afferma: “E chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è un mio discepolo, io vi dico in verità che non perderà affatto il suo premio”. (Matteo 10,42) Così è la nostra fede.
Buon riposo cara Suor Costantina, godi la luce e la gioia di Dio.
Suor Nazarena
SUOR LEONIA DELLA CONGREGAZIONE “FIGLIE DI CARITA’” della SS. ANNUNZIATA di MONTANARO (TO)
IL SEME- Tutto parte da lì. Un seme che nel cuore ti ha messo la tua famiglia e che tu hai conservato facendolo vivere e crescere.
Tu vieni da una famiglia dove Dio è di casa; nascerà dopo di te anche un fratello sacerdote, padre Decio, con lui avevi una sintonia spirituale e fraterna e condividevi una bellezza fisica che nella tua famiglia era una caratteristica. Una famiglia ricca di fede e di figli che sa affrontare i dolori, come la morte tragica di nipoti giovanissimi, con la fiducia e con la fede in Dio, solo le famiglie ricche di valori cristiani sanno accettare e riescono a superare.
TORINO, corso Moncalieri: una scuola dell’infanzia bella, funzionale ed elegante affidata alle Figlie di Carità della SS. Annunziata di Montanaro. Tre suore, i bambini, la parrocchia, la gioventù: sono i grandi valori che riempiono le giornate e la vita.
Tu hai 18 anni nel 1943 e scendendo dalla strada del Salino, ogni giorno, attraversavi il corso Moncalieri e ti trovavi prestissimo, prima di andare asl lavoro, a pregare con le suore. Questo appuntamento giornaliero ti ha arricchita ed hai deciso di dire “SI” al Signore facendogli dono della tua vita sviluppando quel seme che avevi già nel cuore.
Così suor Celestina e suor Tarcisia hanno la grande soddisfazione di accompagnare suor Albertina, suor Annunziata ed anche te alla Casa Madre di Montanaro per iniziare quel cammino vocazionale che ti ha arricchita di amore e di servizio a Dio ed al prossimo.
I tuoi cinquant’anni alla scuola dell’infanzia PETITTI DI MONTANARO, in cui l’impegno non si limitava alla frequenza scolastica ma, qualora si rendesse necessario, arrivavi nelle case per condividere le problematiche.
“L’insegnante prende una mano, apre una mente, tocca un cuore. E’ un compito molto più grande quello di educare un bimbo, nel vero senso della parola, che governare uno stato.” (WILLIAM ELLERY CHANNING)
Quegli anni ti hanno resa indimenticabile a tutto il paese, per tante generazioni…. “la mia maestra”!
Le persone sui cinquant’anni hanno riempito di preghiera le volte della Casa Madre nella cerimonia funebre del tuo addio.
Le tue fatiche di ogni giorno le ha contate il Signore, ma anche la tua Comunità: musica durante le funzioni religiose, soluzione dei problemi pratici e la prima automobile guidata a servizio di tutte noi.
Le piccole gioie, come quando preparavi i bambini da angioletti con tanto di ali, ad accompagnare la Vergine Maria, patrona di Montanaro, per la processione. Era commovente vederli fieri e convinti del loro ruolo.
E’ un caro ricordo pensare ai pochi giorni d’estate trascorsi a Champoluc, monte Bianco, Svizzera in cui ci siamo trovate per i canti e le camminate con la tua guida sicura.
Ora gli angeli veri, siamo sicure, ti saranno venuti incontro assieme alla tua famiglia che è già in cielo quasi al completo, si rallegreranno con te del “SI” che un giorno hai detto al tuo Signore e che hai mantenuto per lunghissimi anni. Così avrà gioito anche la tua comunità religiosa.
Cara, parla di noi al Signore, Lui ti ascolterà.
Suor Nazarena
Dolce maestra e religiosa amorevole
Suor Giacinta Revelant, all’età di 93 anni, ha terminato nella pace il suo Avvento terreno; da molti mesi era pronta all’incontro con il Signore e, venerdì 17 dicembre 2021, ha potuto finalmente dirgli il suo ultimo: Eccomi, vengo!
Era nata il 5 maggio 1928 a Magnano in Riviera (UD) e non ancora ventenne era venuta a Montanaro per far parte della famiglia religiosa delle Suore Figlie di Carità. Terminati gli anni di formazione religiosa, proseguì gli studi conseguendo dapprima il diploma di infermiera professionale e poi quello di abilitazione all’insegnamento nella scuola materna.
Molte sono le testimonianze ricche di riconoscenza e di sincero affetto pervenute alla notizia della sua morte. Eccone una: “… Mi pare di rivederti ancora seduta lì sulla panchina fuori del parco dell’asilo mentre ci dici di raccogliere le castagne senza litigare. Mi sembra di sentire il profumo del tuo grembiule con il quale talvolta asciugavi le lacrime di noi bambini nei momenti di crisi. Ricordo mille episodi del tuo amorevole modo di prenderti cura dei tuoi bimbi. Con gioia mi hai abbracciato ancora negli ultimi anni, mentre ci ricordavamo a vicenda dei bei tempi trascorsi assieme, di quel tempo che non ti ha mai cambiata. Grazie per i tuoi insegnamenti, per la tua inesauribile pazienza e il tuo spirito materno con cui hai accompagnato nella crescita tanti tuoi piccoli alunni montanaresi. Ciao suor Giacinta, ciao cara maestra!”.
E ancora “… sei stata una maestra che non dimenticheremo mai, un’anima buona che ha sempre fatto con passione e amore il proprio lavoro di maestra. Conserveremo un bellissimo ricordo, perché nonostante gli anni avevi sempre una parola buona per tutti…”.
“Da tempo non avevo più tue notizie, cara Suor Giacinta, ma ricordo ancora come hai accolto mio figlio il primo giorno di scuola. Sei stata una suora amorevole, ricordo il tuo sorriso, una dolcezza infinita…”.
Infine, la testimonianza di Suor Nazarena.
“Quando dal Friuli si partiva per l’America o l’Argentina in cerca di lavoro e per evitare la povertà, anche Suor Giacinta è emigrata da Tarcento, bellissimo paese montano, raggiungendo la zia suora a Montanaro. Qui ha trovato il modo di donare la sua vita al Signore nel servizio agli ammalati e ai bambini.
Per me era bello incontrarla perché parlavamo un po’ il friulano ricordando le bellezze della nostra Regione, come il Castello di Udine cantato da generazioni, e soprattutto il Santuario della Madonna di Castellamonte, retto dai Francescani. Durante i lunghi anni della sua vita, attraverso i bollettini del Santuario, ha seguito le celebrazioni e gli eventi che animano da sempre il popolo friulano e, ogni qualvolta tornava in famiglia, questo centro di spiritualità era per lei un punto di riferimento e occasione di gioia spirituale.
Cara Suor Giacinta, adesso con chi potrò cantare “Stelutis Alpinis”? Tu cantalo da lassù con gli amici e parenti ritrovati, mentre io con tanta nostalgia mi accontenterò di accompagnarti da solitaria friulana”.
I ricordi che affiorano alla mente delle persone che ti hanno conosciuto e voluto bene sono il segno che rimarrai presente nei nostri cuori. Ti pensiamo ora nella dimora gioiosa di Dio Padre insieme a tante altre Sorelle che ti hanno preceduta e ti chiediamo di pregare per noi.
Suor Maurizia
L’ultimo saluto alla maestra d’Asilo
Suor Gabriella Brossa (Francesca) aveva 23 anni quando rispose alla chiamata del Signore che la invitava a donare la sua vita a Lui, per un servizio di amore al prossimo.
Nata a Cavour il 9 giugno 1931, entrò a far parte della famiglia delle Suore Figlie di Carità di Montanaro il 20 novembre 1954. Dopo gli anni di formazione alla vita religiosa, completò gli studi per l’insegnamento nella scuola materna che svolse con professionalità per molti anni presso le scuole d’infanzia di Occhieppo, San Bernardo di Ivrea e di Montanaro fino al 1997.
Dal 1967 al 1975 la ricordiamo a Revello impegnata a svolgere un delicato servizio di accompagnamento e assistenza ad una trentina di bambine povere e orfane, dall’età elementare fino alle scuole professionali, ospiti presso l’Istituto San Giuseppe, una piccola casa-collegio dove vivevano come in una famiglia.
Lasciata l’attività scolastica, insieme a suor Annunziata, accettò volentieri di dare il proprio contributo per tre giorni settimanali quale collaboratrice nella parrocchia di Orio. Per dieci anni le abbiamo viste partire, per questo apostolato, sempre cariche di entusiasmo e tornare felici di aver donato con semplicità il loro aiuto ai sacerdoti della parrocchia.
Suor Gabriella era una persona di poche parole, ma esprimeva segni di un’interiorità maturata nel cammino di fede e di comunione con Dio. La sua relazione con le persone era gioviale, accogliente e serena. E quando con l’avanzare dell’età il male fisico si fece più intenso e le sue attività diminuivano, lei ha continuato il suo cammino doloroso nella fiducia e nell’abbandono in Dio.
Di questa sua bella testimonianza e per tutto il bene che ha potuto donare alla sua e nostra famiglia religiosa le diciamo grazie, mentre chiediamo al Signore, che le ha fatto dono di chiamarla definitivamente a sé proprio nella festa del suo protettore San Francesco di Assisi, di accoglierla nella sua dimora e alla festa eterna del Paradiso insieme a tutte le altre Sorelle.
Suor Maurizia
Una vita spesa al servizio di anziani e malati
Suor Bernardetta (Eda Gaspardino) nacque a Castellamonte il 3 aprile 1928, la prima di due sorelle e un fratello. La sua famiglia non frequentava la Chiesa, ma la Provvidenza mise sui suoi passi, ancora di adolescente, persone buone che la orientarono verso il Signore e in seguito la resero capace di affrontare la resistenza della famiglia per una scelta di totale donazione a Dio.
I suoi genitori non le avrebbero mai permesso di diventare suora e, come diceva lei, contavano sul suo aiuto economico. Nonostante fossero severamente contrari, lei affrontò la situazione con intensa preghiera, ma anche tanta lotta e sofferenza. Vinse la battaglia grazie al coraggio e alla determinazione sue particolari caratteristiche e il 1° marzo 1952, all’età di 24 anni, senza il consenso dei cari lasciò la casa paterna e dicendo che andava a studiare da infermiera, entrò tra le Figlie di Carità a Montanaro.
Dopo il noviziato, fu inviata a Torrazza Piemonte per collaborare in una scuola materna, ma ben presto si rese conto di non sentirsi portata a fare l’educatrice infantile: avrebbe preferito occuparsi dei malati. I superiori, quindi, la inviarono alla scuola per infermieri presso il Cottolengo di Torino. Suor Bernardetta capì che era proprio quello il servizio che si confaceva alle sue inclinazioni e desideri. Nei suoi appunti leggiamo: “Durante la mia preparazione ho scoperto che il lavoro presso i malati poteva essere un apostolato efficacissimo se fatto con tanto amore e diretto unicamente verso Dio.” Appena diplomata, nel 1956, fu inviata alla Casa di Riposo di Montanaro, dove si dedicò ai malati giorno e notte, supplendo con grande generosità ed intelligenza alla povertà dell’ambiente, alla scarsità di personale e ai pochi mezzi materiali.
Quando nel 1963 a Cortanze, paese di origine delle nostre Fondatrici, iniziò la costruzione della Casa di Riposo fu naturale pensare di affidare a Suor Bernardetta l’organizzazione e l’accoglienza dei malati e con altre due Suore trasformò la Casa in luogo accogliente e sereno per tanti anziani. Infaticabile com’era mai si risparmiò dal prestare amorevoli cure e assistenza anche ai malati delle famiglie di Cortanze e dei paesi vicini.
La generosità di Suor Bernardetta non conosceva limiti: lavorava senza tregua insegnando alle Sorelle della Comunità come operare con competenza, pazienza e precisione. Non era facile stare al suo passo: lei c’era sempre, giorno e notte. Ai malati offriva tutte le sue energie perchè non mancasse loro nulla e l’ambiente fosse luogo di benessere per tutti. Parlava poco e quello che diceva aveva il profumo dell’esperienza e del desiderio di fare bene quanto il dovere richiedeva. In uno dei suoi pochi scritti si legge: “Ho sempre cercato di fare del mio meglio, ho servito senza risparmiarmi, ho creduto, ho sofferto e ho amato”. Rimase a Cortanze fino al 2012, poi la salute la obbligò, suo malgrado, ad allontanarsi per sempre, cosa che mai avrebbe fatto di sua volontà.
Cara Suor Bernardetta, tornare in Casa Madre per essere assistita è stato un passo difficile. Ti sembrava impossibile credere che l’ammalata incominciavi ad essere tu. Tentavi sempre di alzarti, per poter dare una mano. Ti preoccupavi per chi lavorava e volevi aiutare. Era impossibile tenerti seduta, benché il tuo cuore fosse molto stanco e affaticato. Ti ricordavi del passato e per te era istintivo pensare di avere sempre qualcosa da fare. Purtroppo il tempo e la malattia hanno avuto il sopravvento e con molta sofferenza poco alla volta hai dovuto arrenderti. Tante volte il tuo pensiero e il tuo cuore erano a Cortanze, in quella Casa nella quale avevi dato proprio tutto: ricordavi le persone del paese e quelle accompagnate al Padre con profondo rispetto e naturalezza. Quando vedevi qualcuno preoccupato eri solita dire: “Tutto passa” e lo dicevi con semplicità e fiducia in Dio. Ti fidavi della Provvidenza e mentre lungo il giorno scorrevi il Rosario, pregavi per quanti avevi conosciuto e per quanti ti aiutavano a vivere la faticosa malattia. E questo l’hai fatto fino a mercoledì 23 marzo, giorno in cui la Madonna è venuta a prenderti per averti accanto nel giorno della sua festa.
Grazie Suor Bernardetta, per quanto hai fatto nella tua vita servendo il Signore nei malati ma soprattutto per essere stata, nella nostra comunità, una “grande” sorella, fedelissima al dovere e pronta ad ogni servizio. Alla fine hai dato anche tu un po’ di lavoro, ma non te ne facciamo una colpa: non avresti mai voluto farlo. Le Sorelle ti hanno sostenuta e assistita con amore, ora tu ricambiale pregando per ciascuna di loro.
Suor Stefanina e Suor Maurizia
Mercoledì 14 settembre 2016, Suor Maria si è riunita alla nostra Comunità in Cielo dove ha ritrovato le sorelle che ottanta anni prima l’avevano accolta: era il 15 ottobre del 1936. Nata a Finale Emilia (MO) il 10 febbraio del 1919, Ada Bertelli, Continua la lettura … |
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Martedì 20 ottobre, presso la Casa Madre delle Suore della Santissima Annunziata, a Montanaro, ha chiuso la sua lunga e laboriosa giornata terrena Suor Candida Signora. Era nata a Palazzo Canavese il 18 settembre 1919 …. Continua la lettura … |
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Il 27 dicembre abbiamo dato l’ultimo saluto a Suor Innocenza accompagnandola nella Chiesa parrocchiale e al Camposanto dove riposano tante altre Sorelle della nostra famiglia religiosa. Continua la lettura…. |
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![]() Sabato 21 maggio 2012, al termine di una tranquilla sera di primavera, Suor Virginia è andata serenamente incontro al Padre. Continua la lettura… |
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