Riflessioni dopo gli Esercizi 2015

gruppo esercizi 2015Anche quest’anno sono stata molto felice di riuscire a ricavarmi quattro giornate tutte per me e partecipare agli esercizi spirituali che, le suore di Montanaro, hanno organizzato per loro stesse e per tutti coloro che volessero prendervi parte anche con tempi limitati. Come sempre tutte loro si sono dimostrate accoglienti, ospitali e disponibili verso tutti e di questo le  ringrazio sentitamente.

Il tema degli esercizi spirituali era accattivante oltre ad essere il perno del nostro essere cristiani: “Dalla Resurrezione di Gesù una vita nuova per l’uomo”. Solo con la Risurrezione di Cristo, infatti, possiamo trovare il significato profondo del nostro essere cristiani. Spesso il tran-tran della vita quotidiana, con le sue fatiche, le sue tribolazioni, i suoi affanni ci fa perdere di vista l’orizzonte nuovo al quale Cristo ci chiama.

E’ per questo che fa bene all’anima poter trovare un po’ di tempo per dare spazio alle nostre esigenze più profonde, tempo per poter colmare quel senso di vuoto che spesso rende triste, grigia la nostra esistenza. Chi sono? Dove sto andando? Per che cosa e per chi mi affanno, corro  tutto il giorno?

Sono queste le domande a cui in questi giorni, grazie ad un ritrovato silenzio interiore, ho cercato di dare una risposta alla luce della Resurrezione di Cristo.

Questo momento di spiritualità è utile soprattutto perché mi aiuta a rimettere nella giusta scala di valori, i problemi, gli affanni e le gioie della vita. Mi aiuta a dare un senso alla mia fede: non è davvero sempre facile vivere e testimoniare. Soprattutto nella nostra società, quanto è faticoso vivere con coerenza la propria fede, quante volte sono come l’apostolo Pietro!

Bello è capire che per entrare in rapporto con il Signore bisogna essere poveri, umili, piccoli, non contare sulle proprie capacità o su ciò che possediamo, ma imparare a contare solo di LUI. E’ Cristo la mia risorsa, solo Lui può operare qualcosa in me con la sua Grazia e, solo se riuscirò a fidarmi, ad abbandonarmi in Lui troverò il segreto per essere gioiosa e realizzata.

L’input di questo cammino interiore é sicuramente di Padre Antonello e lo ringrazio infinitamente: riesce sempre con un linguaggio semplice, efficace, concreto a farci entrare dentro la Parola di Dio che deve essere il faro del nostro cammino interiore.

Da insegnante posso davvero ammirare e apprezzare con quale chiarezza espositiva e vivacità Padre Antonello cerchi di farci incontrare con la Parola di Dio, sforzandosi continuamente di riportarla alla concretezza della vita quotidiana.

In questi quattro giorni ci ha fatto gustare molti dei brani evangelici relativi alle apparizioni di Gesù dopo la sua Risurrezione, partendo ovviamente dalla meditazione della sua Passione e Morte. E’ stato davvero una gioia profonda rileggere e meditare quei brani e constatare che nonostante li avessi letti tante volte, non avevo mai colto certe sfumature, certe immagini, certe implicazioni interiori.

Come catechista, in questi giorni, mi sono fatta un serio esame di coscienza sul come riesco a trasmettere il vangelo di Cristo ai miei ragazzi. – Cerco di usare un linguaggio alla loro portata, chiaro, semplice e concreto?

Ho notato come padre Antonello legga la parola di Dio, liberandola da tutti quei risvolti moralistici che fino a qualche anno fa erano messi in risalto, per mettere invece in luce la gioia dell’incontro con Cristo che è risorto per ognuno di noi e ci dona la salvezza indipendentemente dalle nostre opere, dalle nostre debolezze, dalle nostre incoerenze.

Ho provato una profonda gioia nel meditare in modo nuovo tanti brani del vangelo: mai ero riuscita a capirli in modo così liberante e gioioso. Uno di questi, che ho rivissuto in modo nuovo, è quello di Maria di Magdala. Non nascondo che mi sono immedesimata nella sua situazione. – Quante volte anch’io, nel mio cammino di fede, sono come lei! Sono chiusa in me stessa, chiusa nelle mie paure, nelle mie debolezze…., vedo con gli occhi, ma non con il cuore, non con la fiducia e la consapevolezza che l’importante è l’incontro con Cristo che è liberante e mi costringe a vedere la realtà non con quello che ho io in testa,  ma vedere ciò che Dio vuole farmi vedere e capire. Toccante è quando Gesù chiede a Maria di Magdala: “Chi cerchi?” Anche a me Cristo pone la stessa domanda ed io dovrei, ogni giorno, cercare di chiedermi: – Che cosa cerco? Che cosa mi interessa? Qual è il motivo della mia fede, chi  mi sta a cuore?

Anch’io, come per Maria, devo sentire che Cristo mi chiama per nome e opera in me un cambiamento. Se ho incontrato davvero Cristo devo testimoniarlo e, come Maria di Magdala è stata mandata ad annunciare la sua Risurrezione ai suoi fratelli, anch’io devo o meglio dovrei andare ad annunciarlo ai fratelli che incontro ogni giorno. Compito stupendo ma nel mondo d’oggi è anche difficile. Gran parte delle persone sono diventate refrattarie ad un discorso di fede o almeno lo sembrano. Non sarà forse perché noi cristiani siamo poco credibili? Siamo poco capaci di contagiare gli altri della gioia vera che porta l’incontro con Lui, il Risorto? Noi crediamo attraverso i segni dei testimoni, i segni della vita, dobbiamo riuscire a vedere che la realtà è  tutta un rimando al Risorto.

Mi è rimasto impresso nella mente quando, Padre Antonello, ha fatto questa affermazione: “Sapete qual è il nostro peccato? Il peccato è che lui, il Risorto, non  è mai al centro della nostra attenzione, della nostra vita, non è mai il principio delle nostre azioni. Ogni tanto pensiamo a Lui e  lo appiccichiamo come fosse un francobollo!” Il Risorto non è un ornamento, ma il principio che dà significato, è il DNA  che genera la vita, è il primo e l’ultimo, è colui che dà senso anche ai nostri peccati! Se non avessimo peccato noi non potremo gustare la misericordia di Dio!”

Queste affermazioni voglio fissarle bene nella mia mente e ogni tanto meditarle, solo così posso vincere la routine quotidiana e dare gioia e sapore alla mia vita e contagiare anche gli altri, non perché sono “brava”  ma perché Gesù è la mia risorsa, il mio appagamento, la mia felicità. Bello questo proposito, ma quanto sono lontana dalla sua realizzazione!  O Signore mi fido di te!

Robertilla 

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