Domenica 27 gennaio alle ore 15.00 presso la Casa Madre si terrà il secondo incontro con la Parola. A guidarlo sarà P. Antonello che continuerà il percorso sull’esperienza del Signore Risorto con un particolare riferimento alla figura di Maria Maddalena (Gv 20,11-18).
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- Maria di Magdala è una figura universale che rimanda al cammino di fede di ogni credente. La fede in Cristo non è un tranquillante dell’anima, né un possesso indiscusso di comode certezze. Anche quando la fede giunge all’esperienza della serenità del cuore, essa resta sempre dal principio alla fine una grande e rischiosa avventura spirituale, anzi la più grande che sia offerta agli uomini. Essa ha come sua base di partenza “la ricerca”: una ricerca non superficiale, appassionata che coinvolge tutto se stessi. Una “ricerca” presuppone di “sentire la mancanza”, poiché non si cerca nulla se non se ne ha bisogno: allora arriviamo a cercare il Cristo soltanto quando ne sentiamo l’assenza dalla nostra vita come un fatto insopportabile. L’esperienza di Maria Maddalena è proprio quella di chi, avendo perso il Signore che l’ha amata, capisce che Egli è l’unica insostituibile verità della sua vita e si mette a cercarlo. Quando la nostra fede entra in crisi, quello è uno dei momenti più importanti della vita, poiché allora si comincia a uscire da schemi e formule e si entra nel vivo di un rapporto a Tu per tu con il Signore. Allora, in quei vuoti, possiamo sentire il bisogno di Cristo come l’aria che respiriamo. Sentirlo così indispensabile ce ne rendiamo conto solo quando si è sottratto a noi e non l’abbiamo più a nostra disposizione.
- E al cuore della “ricerca” vi è il “desiderio” di Lui. Il desiderio è una forza che ci attraversa, che lavora dentro l’animo e lo muove. Muove a cercare. Perché sentiamo qualcosa che ci manca. La Maddalena è figura concreta di un desiderio di Gesù che la mette in ricerca perché gli manca. C’è un banco di prova, o meglio, una vera e propria scuola che sa trasformare il desiderio da semplice sentimento a tenacia di fede. E’ quando “non si sente più” Gesù così presente e vicino come prima, sicché si è tentati di abbandonare o annacquare la fede in Lui svendendosi ad altre cose. Allora bisogna navigare con la forza della volontà “decidendosi” anche nell’oscurità per lui; cercandolo e amandolo anche quando sembra assente; riconoscendolo con un atto libero di decisione come “il punto” fisso cui la tua persona è attaccata. Come per la Maddalena possono aver portato via il Signore dal sepolcro, ma non l’hanno portato via dal suo affetto. Il desiderio di Lui è incentivato proprio dalla sua assenza. E questo vale su tutto l’orizzonte della vita: ci sono momenti di svogliatezza, momenti in cui tutto si annebbia, momenti di stanca e di non voglia; ma il problema è di sapere se sotto la cenere c’è il fuoco della fede ancora acceso, se c’è il desiderio di Lui. E la fiammella della fede è il desiderio. Bisogna soffiarci sopra. E poi aver pazienza, perché il fuoco si riaccende quando la legna ha raggiunto la sua giusta temperatura. Ci vuole tempo. La Maddalena tiene vivo il desiderio del “suo” Signore e questo diventa la condizione di possibilità per poterlo vedere al di là e oltre il dramma della morte. La Maddalena impersona qui la parola di Paolo: “Chi ci potrà separare dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? … Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di Colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte, né vita, … né presente, né futuro, … né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù nostro Signore (Rom 3, 5 ss). Maria Maddalena è riuscita a cercare il Signore anche nel buio e nel pianto.
- Maria di Magdala deve fare un cammino per avere una fede autentica in Gesù. Essa arriva al sepolcro con la “sua” idea di imbalsamare il corpo del Signore morto. E deve rinunciare a questa idea, perché ora da incontrare non è un cadavere, ma un Risorto. Per questo Gesù le chiede: “Perché piangi, chi cerchi?”. Se cerca un corpo da sottrarre alla decomposizione imbalsamandolo, non lo troverà. Deve essere invece aperta al manifestarsi di Gesù in una forma che lei non può imbrigliare nella sua aspettativa. E perciò deve fare un cammino di abbandono del suo schema mentale e riconoscere una Presenza che non può essere rinchiusa dentro ai suoi pensieri. La fede pur sincera e intensa di Maria non è ancora una fede matura. Per giungere all’incontro con Lui deve lasciarsi purificare nel suo stesso amore che nutre per Gesù. Prigioniera del suo dolore e accecata dal suo stesso pianto, non sa riconoscere i segni della risurrezione già avvenuta. Lo riconoscerà attraverso la voce familiare che la chiama per nome, e quindi la invita a ricucire il suo presente con il suo passato. Ma anche adesso deve stare attenta a non volerlo “trattenere” secondo la modalità del “possesso”. Ormai il Signore non è più quel corpo umano da cui è stata affascinata, ora deve riconoscerlo come corpo spiritualizzato e trascendente, che vive nella gloria del legame con il Padre. Soltanto allora può emettere il suo atto di fede.
- La Maddalena insegna che il rapporto con il Signore non può essere vissuto solo con la testa. Il rapporto con Lui implica un coinvolgimento dei nostri sensi spirituali, cioè del nostro affetto. Perché la fede è vita. Solo l’amore convince e fa credere: e ciò avviene quando si ha il coraggio di sostare davanti a quel Signore che si è lasciato ferire per me. Quest’amore gratuito, prodigo fino a sciuparsi inutilmente per uno come me, lentamente comincia a sciogliere ogni mia resistenza e ad attrarmi irresistibilmente fino al punto che (non so nemmeno io come sia possibile) l’unico mio vero desiderio è di cercare di contraccambiarlo con tutto quel poco che sono e che ho.