L’estremo grazie a suor Ausilia

Suor Ausilia è tornata alla casa del Padre alla bella età di 96 anni, di cui 70 di vita consacra­ta. Proveniva da Castelrosso, da una famiglia ricca di profonda vita cristiana. Venne a farsi suora con 26 anni, lasciando a casa tre fratelli e una sorella con la mamma Maria e il papà Domenico. Possedevano tanta campagna, e oltre ai cereali coltivavano anche la canapa di cui lei sapeva tessere i fili e con cui si preparò un bel corredo per venire a farsi suora. Visse l’adolescenza nel periodo del­la Seconda guerra mon­diale. Sovente raccontava episodi difficili e dolorosi che si erano ve­rificati sul territorio di Chivasso. Aveva però un bel ricordo della vi­ta parrocchiale a cui partecipava e della formazione ricevuta dal suo Parroco don Caserio.

Suor Ausilia trascorse la sua vita religiosa quasi totalmente in Casa Madre. Era una suora la­boriosa, di­screta e generosa. Amava la vita delle Sorelle e si prestava per tutto. Si occupava dell’accoglienza e dei lavori inerenti all’ordine della casa; lavava, stendeva e stirava la biancheria delle Suore con cura e precisione. La stiratura era il suo carisma, svolto fi­no alla fine. Gli ospiti ve­nivano trattati con molto riguardo, particolare attenzione dedicava ai sacerdoti.

Suor Ausilia era intelligente, leggeva il giornale tutti i giorni e seguiva le notizie con assi­duità al telegiornale della sera. Al tempo del “Collegino” serviva il pranzo ai bambini con molto amore e ancora oggi alcuni di essi la ricordano volentieri. Non amava farsi notare, ma era attenta a tutto. Attendeva la bella stagione per andare in montagna a Bisous in Val d’Ayas per preparare l’accoglienza delle ragazzine e per trascorrere momenti di serenità e riposo con le Suore che si al­ternavano tra un turno e l’altro. La sua umiltà e semplicità, fusa con saggezza nel servizio e nella disponibilità la rendevano cara e preziosa a tutti. Le sue occupazioni ben distribuite lungo la giorna­ta non le impediva­no di partecipare alla vita della famiglia religiosa, e tanto meno alla preghiera a cui era sem­pre presente e puntuale. Aveva una speciale predilezione per San Giuseppe a cui piaceva mettere i fiori piccoli, e sul divano accanto alla statua, negli ultimi anni, a volte andava a riposarsi un poco recitando il rosario. Curava, in cortile, la statua della Madonna, cui non dovevano mancare i fiori né il lumino della sera, per ricordare le persone malate o in difficoltà.

Non era un colosso di salute, ma stava bene; la sofferenza l’ha colta all’improvviso e dopo 17 giorni di ospedale, ci ha lasciate per andare incontro allo Sposo Celeste, a cui ha dedicato la sua lunga esistenza.

Grazie suor Ausilia, per quello che sei stata per tutti noi. Gesù ti regali un bel Paradiso con i tuoi cari e le tante Sorelle che hai conosciuto e amato. Continua a volerci bene silenziosa­mente, come sapevi fare tu.                                        suor Stefanina

Mi pare ancora di vederla in lontananza, fuori dalla panetteria, con un sacco di pane più grande di lei. Mia figlia che, andando all’asilo, la vede e le corre incontro con le braccia spalancate gridando: “Suor Ausilia!”. E’ nata così una grande amicizia tra una piccola suora gentile e una bim­ba che piano piano è diventata adulta. Un’amicizia durata più di vent’anni. Un piccolo “angelo cu­stode” che ha accompagnato mia figlia, con la preghiera e il sorriso, attraverso tutte le tappe impor­tanti della sua vita.

Siamo così grate al Signore di averla messa sulla nostra strada. Siamo certe che ora è felice in paradiso e che continuerà a vegliare sulle sue sorelle, la sua famiglia e sulla sua piccola amica.

Chiara Saroglia

 

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