Quando uno si immerge nella fede di Gesù morto e risorto si trova ad essere all’interno di una vitalità totalmente differente rispetto a quella di una persona che vive, un poco alla maniera del lombrico, vale a dire un po’ nascondendosi nella terra e un po’ strisciando per terra.
Se osservate, talvolta la nostra vita si svolge così. Ci divertiamo dentro le cose, pensiamo alla sopravvivenza, cercando questo o quello, ci diamo da fare e arriviamo alla sera scontenti di noi stessi. Poi ci mettiamo una pietra sopra per ricominciare il giorno dopo l’eterna fatica ed essere alla fine tristi o perlomeno inappagati. E invece avremo bisogno di ritrovare la nostra libertà, di sperimentare come il rapporto con Cristo sia liberante perché l’uomo libero è un uomo che sa guardare la sua umanità con lo sguardo diverso da quello di chi è tutto proteso ad afferrare e trattenere tutto per sé. L’uomo libero è una persona che finalmente ha imparato ad accettare il proprio corpo con i suoi limiti, a guardare le sue abitudini peccaminose e a sentirne il dolore, ma anche a vedere che esse sono lo spazio dentro il quale Dio costruisce una nuova vita, con un abito di umiltà. La fede ci fa guardare la vita con occhi spalancati come quelli del bambino che è meravigliato di tutto.
Siamo diventati un po’ tutti materialisti: ci immedesimiamo talmente nelle cose che esse diventano l’ossessione quotidiana. Se la nostra vita è sotterranea, nascosta, strisciante, alziamo lo sguardo verso Cristo: lì c’è la sorgente. Nella morte e risurrezione del Signore c’è una vita nuova, la più grande avventura che vi auguro di fare in questi giorni. Incontrare persone libere nel cuore è veramente appagante, riempie di pace e permette di contagiare persino gli altri.
Detto questo ci introduciamo ad ascoltare la Parola di Dio.