L’Apocalisse un libro da scoprire

Il 17-18-19 agosto dalle suore di Montanaro si sono tenuti gli esercizi spirituali, il tema era “Il libro dell’Apocalisse parla alla nostra Chiesa”.

Anche quest’anno ho trovato il modo di poter partecipare a questi giorni di riflessione, di silenzio e di preghiera. Diecimila sono sempre le cose da fare e gli impegni a cui far fronte, ma… ho messo tutto in secondo piano e ho voluto regalarmi questo momento in cui far tesoro di tutti gli input che Padre Antonello ci suggeriva via via che ci guidava alla scoperta dell’Apocalisse.

Mi sono ritrovata perfettamente d’accordo quando diceva che ascoltiamo la parola di Dio come fossimo dei sordi… Solo chi ha fatto esperienza della sordità capisce quanto è bello ascoltare… fare entrare dentro quanto il Signore ci vuole comunicare… invece spesso e volentieri la Parola di Dio che ascoltiamo scivola via, rimbalza senza lasciare traccia!

Ecco perché sono convinta che per me, siano utili questi giorni di silenzio … sopratutto di silenzio  interiore per cercare di far penetrare, nel profondo, le parole della Scrittura e nella meditazione farle diventare parte del mio pensare.

Sinceramente ero rimasta un po’ sconcertata quando ho visto il tema degli esercizi di quest’anno: per me il libro dell’Apocalisse era un testo praticamente sconosciuto e, a parte alcuni brani che comunemente vengono letti nella Liturgia vedi per esempio il giorno dell’Assunzione di Maria…, non lo conoscevo per niente e non avvertivo neppure il bisogno di approfondire il discorso … mi ero fatta erroneamente l’idea di un testo indecifrabile.

Al termine di questi tre giorni di riflessione, ho potuto constatare che è un testo che se ben capito è davvero attuale , da meditare e approfondire  nelle nostre comunità.

Quello che mi ha davvero stupita è stato lo sforzo di padre Antonello di collocarlo nella vita quotidiana  di ognuno di noi .

E’ un libro che ci aiuta a dare una risposta alle tante domande di ricerca del senso del nostro vivere, del nostro agitarsi  tra le mille faccende alle quali  ogni giorno dobbiamo far fronte.

Quante volte, a sera inoltrata, mi chiedo se ha senso fare tante cose, servizi, faccende tanto da arrivare sfinita… che senso ha? Perché…? Sono interrogativi che sovente affiorano nella mente e nell’animo… e sinceramente non sempre so rispondere a me stessa…

Padre Antonello ha una grande capacità di saper comunicare contenuti anche molto profondi e importanti con immagini davvero suggestive e semplici comprensibili da tutti.

Una di queste è quella del granellino di pulviscolo che mi ha davvero profondamente colpita e cerco di ricordarla con le sue testuali parole: “Se ci guardiamo dentro con lealtà vediamo che siamo come un granellino di pulviscolo nell’immensità dell’universo eppure siamo un granello di polvere che ama, che soffre, che parla, che si chiede a che serve? Da dove vengo? Dove vado? Chi si interessa di me? Tutti siamo assaliti da domande di questo genere… ma spesso viviamo come se nulla fosse, sembriamo delle formiche che si agitano, che si muovono, si muovono e credono di potere  fare tutto, invece sono davvero una piccola cosa.

Abbiamo tutti  bisogno di capire e di trovare qual è il  senso delle cose!”

Sono domande esistenziali alle quali solo nella  Sacra Scrittura troviamo la risposta. Anche nel libro dell’ Apocalisse ci viene detto che: “Anche dentro al caos del mondo dove l’uomo costruisce e distrugge, dove sembra che la morte abbia il sopravvento su tutto e faccia da padrona assoluta,   dove tutte le cose finiscono, dentro a tutto questo c’è un Signore che vive!

Al credente è stata fatta una grande grazia, un grande dono, a lui  è stato svelato chi è che regna, che vive, che vince il male. Non lo vediamo con gli occhi perché sono coperti dall’ immediato, dal contingente e questo svelamento lo si  può cogliere solo con gli occhi della fede”.

Con questa bellissima immagine ha spiegato il termine della parola “Apocalisse” che significa appunto svelamento, rivelazione. La parola di Dio svela l’involucro, fa vedere oltre, fa  vedere il senso delle cose, fa vedere che al di là  del male, del caos c’è la risposta ai miei perché, alle mie domande più profonde…

La risposta è il Cristo crocifisso e risorto… è Lui che dà senso al mio esistere, che spiega il perché  della lotta tra il potere e  il male, tra  l’odio e l’amore…

I libri dell’Apocalisse erano stati scritti per le sette chiese, comunità cristiane dell’Asia Minore, i cristiani di allora, perseguitati e isolati, leggevano questi testi e venivano rinsaldati nella fede… chissà cosa ci vorrebbe per noi cristiani  di oggi per venire confermati nella fede!!!

E’ un libro da leggere al presente, riflettendo sulla nostra fede come comunità credente. Oggi, come allora, i cristiani vivono tempi difficili, di oscurità, di caos, anche di persecuzione in tante parti del mondo e sembra che le forze del male debbano avere il sopravvento su tutto ma in molti passi del libro ci viene detto che l’universo tornerà nelle mani del Signore Gesù Cristo.

Dio non solo vince le forze del male ma realizza una nuova e definitiva divina Presenza:  il Signore che viene e che verrà é il Cristo crocifisso, risorto e glorificato. “Il regno del mondo appartiene al Signore nostro e al suo Cristo, egli regnerà nei secoli dei secoli” ( Ap11,15).

Quanto è valido ancora oggi, per le nostre comunità, l’appello più  volte ripetuto nell’Apocalisse: l’upomoné (stare saldi nel fondamento): la perseveranza, la resistenza, la fedeltà, la capacità di soffrire e di sperare… dovrebbero esserne  le caratteristiche fondamentali.

Nelle sette lettere non ci viene presentato un quadro ideale delle comunità del primo secolo dopo Cristo, ma dopo aver elogiato la costanza, l’amore e la fedeltà, viene biasimata la vita cristiana tiepida e pi­gra che scende a patti con la cultura dominante.

Se Giovanni dovesse scrivere una lettera alle nostre odierne  comunità  che direbbe?

Quanto mi tormenta, di  questi tempi, la frase della Scrittura: “Quanto tornerà il figlio dell’uomo sulla Terra troverà ancora la fede”?

Oggi non è facile essere ottimisti… ma la speranza deve albergare nel nostro cuore, la speranza che non nasce da noi, dalle nostre opere ma dall’amore di Colui che mi ama così immensamente da essere morto per la  mia  salvezza…

E’ tempo che noi cristiani con l’aiuto dello Spirito Santo ci scrolliamo di dosso la sfiducia, la tristezza, la noia e diventiamo testimoni gioiosi,  perseveranti e convinti che tutto è in mano a Colui che regnerà nei secoli dei secoli.

Robertilla Vivian

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