Respirare la misericordia del padre

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Sabato 31 ottobre 2015: 1° RESPIRARE LA MISERICORDIA: non un debito da pareggiare, ma un dono di cui essere grati. La donna perdonata del racconto evangelico di Lc 7, 36-50 è come l’anima di ogni uomo che si è perduto nei meandri delle proprie illusioni. Il Gesù che è entrato nella storia è l’espressione visiva del cuore paterno di Dio verso l’uomo. Un Padre, la cui misura è di essere senza misura. Egli ama la sua creatura e non la vuole perdere: la cerca nel labirinto della libertà dove si è cacciata. Gesù non oc­culta il male, ma ne fa esplodere la miseria e scioglie in lacrime quella vita, diventata ormai degna solo del disprezzo represso del fariseo impeccabile. Ed è proprio da quel fallimento della vita che la misericor­dia di Gesù ge­nera nuova vita, sdoganandone il valore e la bellezza agli occhi ipocriti dei benpensanti. La misericordia, quando è respirata a pieni polmoni, è prin­cipio di risurrezione. Non siamo stati anche noi voluti bene da Dio Padre, gratificati da un amore anticipatore, che chiede di essere gustato nell’anima per poter essere diffuso nei rapporti con coloro che ci vivono accanto? Rapporti misericordiosi, accoglienti, sereni, liberi, senza pretese. “Gratuitamente avete ricevuto, gratuita­mente date” (Mt 10, 8): non è questa la legge del Vangelo? “Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda gratui­tamente l’acqua della vita” (Ap 22, 17).

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