Suor Annunziata Mosso

Suor Annunziata0001Con grande tristezza, sabato 30 maggio nell’ora dei primi Vespri della SS. Trinità abbiamo affidato all’abbraccio definitivo di Dio Padre la nostra carissima Suor Annunziata.

Negli ultimi mesi il desiderio di quell’abbraccio era diventato un bisogno che esprimeva con la preghiera incessante al Cuore di Gesù che “tutto sa, può, vede e provvede”. In lei non c’erano più resistenze, ma solo la forza dello Spirito che la sosteneva nell’attesa di contemplare il volto del Signore. E così dopo  aver amato tutti, dedicandosi con instancabile generosità alla Famiglia religiosa, all’educazione nella scuola e alla collaborazione nelle Comunità parrocchiali, ha potuto finalmente raggiungere anche le Sorelle che l’avevano preceduta e per le quali ha sofferto la mancanza.

Caterina, il suo nome di battesimo, nasce il 27 novembre 1922 a Torino in una famiglia cristiana, frequenta l’asilo “Borgnana Picco” dove insegnano le Suore di Montanaro. Terminata la scuola commerciale, dal 1937 al 1944 è segretaria presso l’ufficio di un rappresentante.  A 15 anni si iscrive all’Azione cattolica accogliendo l’invito a partecipare alle adunanze, al catechismo, alla Messa quotidiana e alla direzione spirituale. A poco a poco si fa strada in lei il desiderio di farsi suora.

 Durante la 2 a guerra mondiale, l’8 marzo 1941, il suo unico fratello muore al fronte greco-albanese. Per la famiglia è la prova massima e lei non ha il coraggio di lasciare soli i suoi genitori. Ma, come ebbe a dire ricordando quegli anni (1941/1946), essi  furono provvidenziali per crescere nella fede, nell’aiuto agli altri e nella voglia di darsi a Dio. Conosceva le Figlie di Carità fin dai tempi della sua infanzia, però a causa della guerra nel 1945 la famiglia si trasferisce a Balangero e qui si affeziona alle Carmelitane di vita attiva e pensa di entrare nella loro Congregazione. Tornata a Torino riallaccia i rapporti con le Suore di Montanaro e comprende che il Signore la chiama proprio tra loro. Il 21 novembre 1946, giorno della presentazione di Maria al Tempio, fa il suo ingresso nel noviziato della Casa Madre.

I suoi genitori soffrono ma non intralciano la sua strada: conoscono bene la saggezza e la bontà delle Madri e delle Sorelle che l’hanno accolta e con le quali Caterina inizia la sua nuova vita consacrandosi al Signore con il nome di Suor Annunziata, nome che diventa il suo programma di vita: era il 2 ottobre 1948.

Nel 1952, conseguito il diploma di abilitazione all’insegnamento è chiamata a svolgere il suo primo  apostolato nella Scuola; negli anni successivi fu un susseguirsi di impegni che la vedono presente nell’oratorio femminile come assistente tecnica e animatrice instancabile di teatri, feste, gite, …   Dal 1962 al 1980 è membro del consiglio generale della Congregazione come Segretaria o Consigliera fino ad essere eletta Madre, servizio che svolgerà fino al 1992. Dopo di che la sua generosità non trova soste e, mantenendo il ruolo di Segretaria nonostante la sua salute incominci a declinare, accetta, come doni di Dio, altri incarichi non meno impegnativi: delegata diocesana USMI e collaboratrice parrocchiale a Orio dal 1995 al 2006.

Dal 29 dicembre 2007 si definisce “Suora in pensione”, ma noi capiamo che per lei ha inizio un nuovo e prezioso apostolato: quello della sofferenza per non potersi più donare come prima. Quante volte ce l’ha ripetuto! Ma con il passare degli anni, la fiducia nel Signore vince e lei, con mano tremante, sigilla il suo sì incondizionato alla volontà di Dio: “Bruci Gesù, nella fornace del suo Cuore amante, tutto ciò che non è stato conforme ai suoi desideri (ed è tanto), ed accolga quel poco di bene che ho saputo fare. Ringrazio il Signore, per mezzo della Vergine Annunziata per la sofferenza di questo ultimo tempo. Mi aiuti la Mamma del cielo ad accettarla come purificazione, soprattutto come dono divino!”.

La preghiera che sempre l’aveva sostenuta rinnovandola, giorno dopo giorno, nel suo continuo donarsi agli altri, diventò ancor più insistente. Non poteva rimanere senza la corona del rosario anche solo per un momento e, grazie alla sua ferrea memoria, aveva un ricordo per tutti.

Cara Suor Annunziata, a noi non rimane altro che dirti, con immenso affetto, GRAZIE! Sei stata per tutti una grande maestra di vita.

Suor Maurizia Pellanda

 Suor Annunziata ci è vicina

Un’intensa, raccolta e partecipata Messa di sepoltura, come pure i due “affollati” e meditati Rosari  serali, sono stati il cordiale e affettuoso saluto terreno a Suor Annunziata, che ci ha lasciati per il Cielo sabato 30 maggio u.s. Ma che non ha interrotto il rapporto che continua ad esistere tra noi e lei, anzi, quel “filo” diventa ora ancora più forte e solido, capace di sostenere la nostra vita e di farci guardare con speranza il nostro avvenire.

A celebrare all’altare, il Vescovo emerito mons. Luigi Bettazzi con sei sacerdoti: il parroco di Montanaro don Aldo Borgia, il cappellano delle suore don Lorenzo Santa e i parroci don Arnaldo Bigio di San Lorenzo a Ivrea, don Silvio Faga di Strambino, don Loris Cena di Caluso e don Edoardo Borgialli già missionario della comunità italiana degli emigrati in Svizzera; mentre all’organo per accompagnare e dirigere il canto vi era all’organo don Davide Smiderle parroco del duomo di Chivasso.

Tanti montanaresi, parrocchiani di Orio, ex-alunne, insegnanti ed ex-insegnanti della scuola Paritaria ed ex colleghe della scuola Statale: tutti insieme alle sue consorelle per rendere grazie al Signore dei benefici ricevuti attraverso Suor Annunziata. Ma sentiamo il dovere di rivolgere un GRAZIE anche a lei, come montanaresi per la sua generosa presenza in ogni situazione, soprattutto durante il servizio svolto come Madre delle suore.

Preghiera e silenzio, povertà e umiltà, gioiosa e instancabile operosità, serenità e grande fede, sono stati i segni che hanno contraddistinto Suor Annunziata: e nei dodici anni in cui fu chiamata a guidare la comunità religiosa delle suore, si sono ancora più evidenziati. Non è facile parlare di questa sorella che amava profondamente Dio e lo sapeva amare e vivere nei fratelli che incontrava. Aveva ricevuto im mandato simile a quello degli Apostoli, ai quali Gesù ordinò che non prendessero nulla per il viaggio: ne pane, ne bisaccia, ne denaro, ne borsa. In modo semplice, sereno e schivo come era nel suo carattere, ha testimoniato il suo essere religiosa consacrata convinta; guidando la comunità attraverso tempi molto difficili, privi di soddisfazioni visibili (nessuna nuova opera o costruzione), segnati invece da realtà dolorose: dalla chiusura di case (la missione in Brasile…), all’assottigliarsi delle file delle sorelle perché chiamate alla casa del Padre e non sostituite per la carenza di vocazioni (realtà diffuse, che non hanno certo risparmiato la sua comunità). Realtà che ha vissuto nella posizione di responsabilità, in silenziosa sofferenza ed in fiducioso abbandono nella preghiera.

Suor Annunziata, attenta al mondo della scuola, dove aveva precedentemente svolto il suo apostolato (e quanta sollecitudine e disponibilità per il doposcuola nei locali del “collegio”..,); interessata al problema dell’adozione, dell’affidamento e del bene dei minori; curatrice e sostenitrice del periodico “L’Annuncio” delle suore e di numerosi stampati divulgativi; partecipe alle varie iniziative parrocchiali (citiamo soltanto il “gridilin” bollettino montanarese che ha firmato come Direttore responsabile dal 1970 al 2005, e seguito fino al 2010 come ha potuto), generosissima con i poveri e con ogni richiesta che gli giungeva; sempre disposta all’ascolto delle tante persone che cercavano “una parola” e conforto, ha reso la Casa Madre delle suore centro di accoglienza e dì solidarietà aperta a tutti i problemi umani e sociali. Così la comunità, al termine del suo mandato, anche se in modo non appariscente è risultata sicuramente molto più ricca nei settori che rispondevano e rispondono alla scelta della Chiesa: essere particolarmente sensibili alle forme più diverse della carità.

Viene in mente un’espressione di Gandhi che si addice al suo stile: “Una rosa non ha bisogno di predicare, basta il suo profumo”. Nel suo cammino terreno Suor Annunziata chiedeva la nostra preghiera: continueremo ad assicurargliela, mentre siamo certi che nel Cielo di Gesù e Maria dove abita, interverrà ancora per noi con la sua preghiera, con la forza del suo amore, con gli esempi che ci ricorda. L’espressione di santa Teresina di Lisieux; “Voglio passare il mio Cielo a far del bene sulla terra” vale per Suor Annunziata ma anche per tutti coloro che crediamo siano accolti dalla misericordia di Dio.

Per questo, ancora con sincerità, ripetiamo: grazie Suor Annunziata, restaci vicina!

w. b.

Cara Suor Annunziata,

sei stata per me sempre la “mia cara Rina Mosso” un esempio di generosità, disponibilità e semplicità. Quando venivi a trovare le Suore alla Borgnana Picco, era una festa ricordare quando ero la tua beniamina e poi aspirante all’associazione S. Teresina.

Quanta pazienza avevi con noi e quanto hai scritto con la tua macchina da scrivere! Poi il Signore ti ha voluta a Montanaro e tu sei corsa felice alla sua chiamata. Nel 1948 sono venuta alla tua vestizione: Mi si apparsa vestita di bianco sorridente e io ero triste con un grande nodo in gola. Dopo le preghiere di rito il Sacerdote ha tagliato un tuo bel ricciolo e tu con voce sicura hai detto il tuo Sì, a quel punto io ho dato il via a un fiume di lacrime. Non l’ho mai dimenticato, ma è un caro ricordo. Grazie di tutto.

Ora so che ti unirai a Suor Paola, Suor Tarcisia, a mio marito e a tutti i miei cari e pregherai perché anch’io un giorno possa meritarmi il Paradiso e così unirmi a voi a cantare “Alleluia”.

Annita

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